NOZIONI GENERALI DI BOTANICA


Qui di seguito vi diamo le principali nozioni di botanica che vi consentiranno di meglio comprendere le varie descrizioni e nomenclature utilizzate nel descrivere i fiori e le loro parti.

Struttura della pianta.

In base alla durata della vita delle piante, le stesse possono essere suddivise in: annuali - monocarpe - perenni.

Piante annuali - Nascono da seme, fioriscono, maturano i semi e muoiono in una sola stagione.

Piante monocarpe - Rispetto alle piante annuali, impiegano più di un anno per nascere, fiorire, maturare i semi e morire, ma come le annuali fioriscono una sola volta. Di norma hanno una vita di due anni e, quindi, sono dette biennali.

Piante perenni - Vivono per un numero indeterminato di anni e possono fiorire anche per parecchi anni consecutivi. La maggior parte delle piante alpine sono perenni.

Le piante possono essere suddivise in legnose e erbacee. Le piante legnose a loro volta si possono suddividere in alberi, arbusti e frutici (arbusti molto bassi). La quasi totalità delle piante legnose sono perenni.

Le piante, che siano esse annuali, monocarpe o perenni, legnose o erbacee, sono composte principalmente da radici, fusto, foglie e fiori.

Radici - Si sviluppano di norma nel sottosuolo e le loro funzioni principali sono l'assorbimento dell'acqua e delle sostanze nutritive e l'ancoraggio della pianta al terreno. Un tipo particolare di radice è il tubero, ingrossamento radicale contenente sostanze nutritive, tipico delle Orchidaceae.

Fusto - Detto anche caule. Di norma si sviluppa al di fuori del terreno ma vi sono anche due tipi di fusti sotterranei: il rizoma (fusto orizzontale sotterraneo dal quale si sviluppano fusti aerei) ed il bulbo (breve fusto sotterraneo avvolto da foglie carnose). In base al loro aspetto i fusti possono essere cespitosi (numerosi fusti che si sviluppano dalla radice o dal rizoma), striscianti (che si mantengono vicin al substrato siano essi orizzontali o verticali), ascendenti (che si sviluppano curvandosi verso l'alto) o eretti (che si sviluppano verticalmente).

Foglie - Sono composte da una parte piana e sottile detta lamina che può essere con picciolo (peduncolata) e senza picciolo (sessile). In base al tipo, su una piante si possono trovare differenti tipi di foglie quali basali (che si sviluppano alla sommità della radice o del rizoma e quindi alla base del fusto), cauline (che si sviluppano sul fusto). Le foglie possono essere di svariate forme e tipologie: semplici (composte da una sola parte) o composte (composte da più parti). Le foglie semplici possono essere intere, lineari, ovate, cordiforme, lanceolate, reniformi, saggitate. Tutte queste forme possono a loro volta avere il margine intero, seghettato, dentato, crenato, partito. Le foglie composte posso essere digitate (in cui le singole parti o foglioline si dipartono da un medesimo centro), pennate (composte da un lungo picciolo con coppie di foglioline ai lati e senza fogliolina apicale dette paripennate oppure con fogliolina apicale dette imparipennate). In base alla loro disposizione le foglie possono, inoltre, essere alterne (foglie singole distribuite sul fusto approssimativamente a spirale), opposte (a coppie alla medesima altezza), verticillate (a gruppi di tre o più).

Fiori - Come le foglie, anche i fiori si manifestano in molteplici forme e disposizioni. Possiamo avere fiori singoli o riuniti in modo particolare detto infiorescenza. Fiori con peduncolo o senza (sessili). Le infiorescenze a loro volta si possono manifestare sottoforma di spiga (fiori sessili lungo uno stesso asse) la quale può essere unilaterale (tutti i fiori dallo stesso lato) o distica (fiori su lati opposti), di amento (spiga con fiori tutti dello stesso sesso), di racemo (come la spiga ma con fiori peduncolati), di pannocchia o panicolo (con peduncoli ramificati), di corimbo (con peduncoli che partono ad altezze diverse ma con i fiori disposti su una superficie piana), di cima dicotoma (con l'asse floreale che si biforca diverse volte), di ombrella semplice (con peduncoli che partono dall'apice dell'asse ed i fiori formanti una superficie piana) e di ombrella composta (composta da più ombrelle semplici). Un tipo particolare di infruttescenza è il capolino nel quale fiori generalmente sessili e molto fitti formano una base piana o convessa detta ricettacolo a sua volta avvolta da foglie dette squame involucrali; un esempio ne è la margherita. Si può avere un solo capolino solitario oppure più capolini formanti infiorescenze (spiga, racemo, ecc.).

Dal fiore al frutto, al seme

 Il fiore è la parte della pianta che contiene gli organi riproduttivi. Di norma sono presenti contemporaneamente gli organi maschili e femminili (fiore completo o bisessuato o ermafrodito) ma vi sono dei fiori con soli organi maschili (fiore unisessuato staminato) o soli organi femminili (fiore unisessuato pistillato). I fiori unisessuati maschili e femminili possono essere presenti contemporaneamente su una singola pianta detta monoica oppure portati da pianti diverse dette dioiche.

Il fiore è composta da diverse parti, ognuna con un compito ben preciso: peduncolo o picciolo, talamo, perianzio, androceo e gineceo.

Talamo - Viene detto anche ricettacolo ed è un ingrossamento sul quale si inseriscono le altre parti del fiore, posto al termine del peduncolo quando presente.

Perianzio - Chiamato anche perigonio è l'involucro, la parte esterna e più appariscente del fiore. Contiene gli organi maschili e/o femminili del  fiore ed è composto dal calice e dalla corolla. Il calice a sua volta è composto dai sepali, la corolla dai petali. Quando sepali e petali non si distinguono fra di loro, entrambi vengono chiamati tepali (esterni o interni). 

Androceo - Si tratta dell'apparato riproduttore maschile; è composto da un numero variabile di stami, filamenti con al termine la parte fertile detta antera, la quale a sua volta contiene il polline.

Gineceo - È l'apparato riproduttore femminile; è composto da uno o più pistilli. Ogni pistillo è a sua volta formato da una parte basale rigonfia detta ovario, da una parte filamentosa più o meno lunga detta stilo e da una parte terminale detta stimma, la quale incaricata della ricezione del polline.

Per permettere la riproduzione delle piante occorre passare dal fiore al frutto, al seme. La fase fondamentale per permettere questo passaggio è l'impollinazione. Essa è effettuata involontariamente e principalmente dagli insetti e dal vento, i quali portano il polline da un fiore ad un altro, permettendo così la fecondazione.

La fecondazione avviene dopo che il polline si è attaccato agli stimmi, grazie alla sostanza adesiva che questi producono, per mezzo di un tubo pollinico che germinando dal grano di polline, discende internamente allo stilo, raggiunge l'ovario e qui feconda uno degli ovuli contenuti.

A fecondazione avvenuta, l'ovario si trasforma formando il frutto mentre l'ovulo diventa seme. I frutti possono essere carnosi o secchi.

I frutti carnosi sono rari nelle piante alpine oggetto del presente sito, un esempio è il Vaccinium myrtillus - Mirtillo nero. Si distinguono in capsula, bacca, drupa.

I frutti secchi, che  sono la maggioranza, si distinguono in achenio, follicolo, legume, siliqua.